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Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), X, 5
 
originale
 
5. Ac dum de oblationis opportunitate secum noxii deliberant homines, forte fortuna puer ille iunior, proprius pessimae feminae filius, post matutinum laborem studiorum domum se recipiens, prandio iam capto sitiens repertum vini poculum, in quo venenum latebat inclusum, nescius fraudis occultae continuo perduxit haustu. Atque ubi fratri suo paratam mortem ebibit, examinis terrae procumbit, ilicoque repentina pueri pernicie paedagogus commotus ululabili clamore matrem totamque ciet familiam. Iamque cognito casu noxiae potionis varie quisque praesentium auctorem insimulabant extremi facinoris. Sed dira illa femina et malitiae novercalis exemplar unicum non acerba filii morte, non parricidii conscientia, infortunio domus, non luctu mariti vel aerumna funeris commota cladem familiae in vindictae compendium traxit, missoque protinus cursore, qui vianti marito domus expugnationem nuntiaret, ac mox eodem ocius ab itinere regresso personata nimia temeritate insimulat privigni veneno filium suum interceptum. Et hoc quidem non adeo mentiebatur, quod iam destinatam iuveni mortem praevenisset puer, sed fratrem iuniorem fingebat ideo privigni scelere peremptum, quod eius probrosae libidini, qua se comprimere temptaverat, noluisset succumbere. Nec tam immanibus contenta mendacis addebat sibi quoque ob detectum flagitium eundem illum gladium comminari. Tunc infelix duplici filiorum morte percussum magnis aerumnarum procellis aestuat. Nam et iuniorem incoram sui funerari videbat et alterum ob incestum parricidiumque capitis scilicet nimium mentitis lamentationibus ad extremum subolis impellebatur odium.
 
traduzione
 
Mentre quei due criminali s'accordavano sul momento pi? opportuno per dargli da bere il veleno, il ragazzo pi? giovane, proprio il figlio di quella perfida donna, rientr? a casa dalle lezioni del mattino e, fatta colazione e sentendo sete, vide quel bicchiere di vino in cui era stato messo il veleno e, non sospettando quale insidia nascondesse, bevve tutto d'un fiato. Cos? il ragazzo bevve la morte destinata al fratello e, di schianto, croll? esanime a terra. Accorse sgomenta tutta la servit? e la stessa madre alle grida del maestro sconvolto da quella repentina tragedia, e subito apparve chiaro che si trattava di veleno e ognuno cominci? a fare le pi? svariate supposizioni sugli autori di quell'orribile delitto. Ma quella femmina perversa, esempio pi? che unico della malvagit? delle matrigne, non fu punto turbata dalla morte improvvisa del figlio, non sent? alcun rimorso per quel delitto, per la sventura della sua famiglia, per il dolore del marito, per il lutto che avrebbe avvolto la casa, ma trasse spunto da questa disgrazia per portare a compimento la sua vendetta. Invi? subito un corriere per informare della sciagura il marito che era in viaggio e, quando questi rientr? a precipizio, con un'audacia senza pari, disse che era stato il figliastro ad assassinare con il veleno suo figlio. E in questo, se vogliamo, mentiva fino a un certo punto, perch?, in effetti, il ragazzo aveva rivolto su di s? la morte destinata all'altro; epper? aggiunse che il fratello minore era stato ammazzato dal figliastro perch? lei non s'era concessa alle sporche voglie di quest'ultimo che aveva tentato di farle violenza. Inoltre, ancora non contenta di queste turpi menzogne, aggiunse che quando s'era visto smascherato, l'aveva minacciata con la spada. Sgomento per la perdita dei suoi due figli il povero padre si sent? come travolto da un'immane catastrofe. Il figlio pi? piccolo se lo vedeva infatti seppellire sotto i suoi occhi e l'altro sapeva che glielo avrebbero condannato a morte per incesto e omicidio. Eppure verso quest'ultimo, per le false lacrime di una moglie troppo amata, sentiva ormai un odio profondo.
 

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